more_01 more_02 more_03 more_04 more_05 more_06 more_07 more_08 more_09 more_10 more_11 more_12

Concorso di progettazione Nuovo Padiglione Didattico presso il campus di Ingegneria “Enzo Ferrari”

concorso di idee
Modena
italia - 2018

Il progetto per il Nuovo Padiglione Didattico muove da tre considerazioni principali: l’inserimento nel contesto, un impatto ambientale sostenibile, una organizzazione funzionale chiara ed evidente. A questi obiettivi si affianca il desiderio di progettare un luogo rappresentativo e di garantire agli utenti uno spazio piacevole.
Si immagina il nuovo padiglione esternamente suddiviso in tre “aree” che corrispondono ed esprimono tre diverse esigenze e motivazioni.
Le facciate, quasi completamente costituite da vetro a specchio, formano un liscio parallelepipedo che risponde all’idea di un edificio concepito per essere vissuto in continuità visiva con l’ambiente circostante.
Il rapporto con il contesto e la continuità vengono espressi attraverso questa rifrazione, lo spazio tridimensionale è amplificato, reso “profondo” e al contempo la struttura “dissolta”: si è dentro pur essendo ancora fuori. Il confine perde visivamente consistenza. Un rimando all'arte, ai quadri specchianti di Pistoletto all’inclusione nell’opera dello spettatore.
Non è di specchio ma di vetro trasparente la grande fascia centrale dell’edificio corrispondente all’ingresso e all’ampio atrio a tutta altezza: trasparente e accogliente attraversa tutto il volume dell’edificio, qui il confine è realmente smaterializzato, l’accesso è reale ed è in vera continuità con il verde esterno tramite la presenza di un giardino d’inverno.
Una zona relax-studio in legno percorre l’edificio in altezza e profondità e dal piano terreno tramite una gradonata che permette la sosta, raggiunge il piano primo. E’ una fascia centrale all’edificio, con alberi e piante, sedute, salottini studio pervasa da luce naturale garantita dal lucernario. In questa zona tutto è manifesto, dal primo ingresso ogni funzione e ogni distribuzione di spazi è rivelata. I percorsi seguono chiare direzioni, dall’unico asse centrale dell’atrio sono collegate tutte le funzioni: aule, depositi, archivi, servizi.
Il terzo motivo della facciata si sviluppa dal piano primo ed è costituito da un’articolata schermatura in stecche di legno che supporta vasche di coltura atte a creare un “giardino esterno”. Questa doppia pelle protegge l’edificio schermandolo e “nasconde” un percorso grigliato a ballatoio con terrazze fruibili in corrispondenza delle zone relax-studio, vie di fuga inserite direttamente nelle aule e spazio calmo.
E’ un edificio mutabile, sia per la parte vegetale che varia durante il giorno e le stagioni e reagisce ai cambiamenti di luce e di clima, che per la sua capacità di riflettere.
E’ un edificio “vivo” e vitale.
Lo spazio esterno è caratterizzato dall’inserimento di vegetazione e dalla creazione di un piccolo parco con sedute ombreggiate e spazi di sosta. In corrispondenza dell’ingresso al campus, si crea un viale con alberi e fontane. Il collegamento con il nuovo Padiglione Ferrari è costituito da percorsi in legno fiancheggiati da acqua e fontane. L’edificio si affaccia verso la zona verde più aperta, una sorta di piazza verde.

Gruppo di Lavoro
Leonardo Maria Proli, Beatrice Pierallini, Curzio Maria Proli, Massimo Arduini, Antonella Valeriano, Benedetta Malavolti.